sabato 20 settembre 2008

pagina 56

Ho strappato questa pagina del libro e l'ho infilata nel suo portafoglio

“Ma non è invece giusto il contrario, che un avvenimento è tanto più significativo e privilegiato quanti più casi fortuiti intervengono a determinarlo? Soltanto il caso può apparirci come un messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto. Soltanto il caso ci parla. […] La nostra vita quotidiana è bombardata da coinicidenze o, per meglio dire, da incontri fortuiti tra le persone e gli avvenimenti chiamati coincidenze. Una coincidenza significa che due avvenimenti inattesi avvengono contemporaneamente, si incontrano […]. La stragrande maggioranza di queste coincidenze passa del tutto inosservata.”

Non sono brava a dire certe cose

Mi piacerebbe avere la certezza che le cose ci capitano per un motivo. Allarmata e disarmata da come l’unirsi di casualità muti il corso degli eventi.
L’urgenza di tornare a Bologna, l’impeto di cambiare presto pettinatura, il tipo che mi insegue, il pomeriggio al sapore di berlucchi,il più esilarante che potessi immaginare . Inaspettato ed insieme atteso. E poi la paura per la sua vita sconsiderata, per l’ammasso informe di vizi che si trascina dietro. La voglia nonostante tutto di continuare, gli incontri sempre più frequenti che si succedono, il mio errore, la sua scenata di gelosia, il prezzo da pagare, la svolta, le lacrime ed il dolore , un nuovo soprannome.
Vago dall’altra notte in una nebbia confusa, il cuore mi esplode, guardo nel vuoto senza essere in grado di fare nulla.
Il pensiero però non si muove da un’unica considerazione: e se lui torna, ammettendo di essere geloso perché si è innamorato di te e se tu lo accogli perché senti che sta succedendo qualcosa di bello e se poi lui sta male e ti dice che un tumore lo sta uccidendo, c’è forse altra strada ,se non correre ridendo verso un dolore che ti potrebbe annientare?

domenica 14 settembre 2008

punti esclamativi°8

#potrei abituarmi molto facilmente al messaggio che frammenta il mio ultimo sogno e alla necessità di quel bacio al caffè corretto, per spezzare l'attesa della sera.va bene, legami pure i polsi e portami a passeggio senza ritegno.

venerdì 12 settembre 2008

lettera aperta a me stessa

Mia dolce pupilla,
ho sperato a lungo di non doverti mai scrivere questa lettera. Credevo che avresti iniziato ad imparare dai tuoi errori.
Ancora una volta, però, mi dimostri di ricadere nei tuoi sempiterni circoli viziosi e senza indugio mi riprometto adesso di parlarti a ventre completamente aperto.
Ti sento spesso chiederti perché, nonostante tutto l’amore che vibra attraverso lo spazio sinaptico tra le epidermidi, ti trovi periodicamente a dover affrontare le tue solitudini e a combattere con le paure che palpitano. Proprio per risponderti voglio voltarmi a dare uno sguardo agli uomini che hai ospitato tra le tue gambe negli ultimi anni. E lo voglio fare ora, che ti stai per cacciare in un altro enorme guaio, il più grosso, forse. Tu hai voluto con tutta te stessa uomini speciali ed indomabili. Sapevi fin dal principio che i motivi per cui piacevi loro sarebbero stati gli stessi che li avrebbero portati ad allontanarsi. Il tuo sguardo scrutatore non perdona neppure te e non ignoravi affatto, ogni volta, il fascino che poteva avere il tuo modo di vederli. Come non poteva sorprenderti che uomini di tal fattura, pur nelle loro peculiarità, si accumunassero dal sentirsi alla lunga ingabbiati dai medesimi occhi che prima li cullavano. C’è sempre un momento, non puoi illuderti di non averlo visto, in cui bisogna decidere . Tu, mia cara, hai preferito rivoluzionare il concetto di vittoria. Hai rinunciato al possesso per procedere verso ognuno di loro senza reticenza, sapendo, in cuor tuo, che saresti arrivata ad un punto di svolta. Ti davi in pasto a quell’attimo che con perentoria certezza ti avrebbe dimostrato come non si potesse tentare più nulla,solo voltarsi e tornare sola.
Ti sei fatta invadere in modo così completo che questi uomini non sono rimasti semplicemente nei tuoi pensieri, ma sono stati inglobati nella tua personalità attuale. Ti sei fatta inquinare a tal punto, che porti con orgoglio, ma senza permesso, il loro cognome dentro di te.
Non puoi permetterti di provare quella rabbia che si ricicla al pensiero del dolore e della fatica che hanno accompagnato il loro avvicinamento e che non hanno visto. Perché, mio tesoro, sei stata tu a non lasciare che lo scoprissero. Tu per prima hai deciso quali doni presentargli e sai che gran regalo può essere la condivisione di una sofferenza, ma hai deciso di non farlo . Hai creato una poesia la cui lettura è permessa per intero solo a te: ognuno di loro conosce solo la propria strofa.
Ora, mia piccola, questo è il momento di ammettere che già conosci il finale di questa nuova battaglia. Io penso sarebbe il caso di disdire l’appuntamento di martedì, ma so che non lo farai. Volevi un nuovo inizio, una storia diversa e ti sei ritrovata raggomitolata dentro ciò che hai già provato, elevato all’ennesima potenza. Ti ci sei imbattuta senza cercare. Fai attenzione: molti anni ti insegnano che non andrà diversamente. Ti ritroverai sola, con qualche verso in più da aggiungere al pittorico racconto della tua vita. Adesso è l’ora di voltarsi ed andartene, se lo desideri. Se decidi di restare, però, ricorda che è quello che hai voluto e quando sarà ora di ricominciare, lamentati se vuoi, strilla ed urla contro un destino avverso, ma non crederci troppo. La tua natura chiama e tu le dai ascolto. La ragione si ribella e tu la insulti. Il cuore scoppia e tu lo rammendi.
Tu, assieme al destino che tieni per mano, scegli.
Vedo già quella luce nei tuoi occhi, che lascia presagire come queste mie parole cadranno nel vuoto.
Almeno sappiamo bene entrambe che stiamo guardando la medesima realtà,senza false ipocrisie e schermi di bugie.
Forte lo sei, temprata pure.
Perciò che altro dire: in bocca al lupo, anima mia.

domenica 7 settembre 2008

appunto e a capo

Trovo che sia una gran tristezza che si sappia il nome delle persone solo quando muoiono.
La canzone che da piccina mi cantava la mamma è di sergio endrigo, che ieri fu.
(poi è facile capire come queste coscine di pollo stiano ancora qui ad aspettare di essere amata in quel modo speciale che nessuno ancora,neppure per un istante,ha messo in atto, iniziando l'analisi dalla bella addormentata ed arrivando fin qui):



ps:ma voi lo sapevate che ai morti continuano a crescere le unghie ancora per un po'?
brutta immagine,davvero.

sabato 6 settembre 2008

punti esclamativi°7

#continuo a toccare il mio corpo per convincermi di essere ancora qui, ma temo di essermi persa

giovedì 4 settembre 2008

sul sessismo strutturale delle cucine

Tutte le cucine hanno elementi in comune.
Normalmente il bidone è sotto il lavello, la lavastoviglie eventualmente al fianco, lo scolapiatti sopra. Cose queste che di primo acchito potrebbero essere indice statistico di una disposizione funzionale allo scopo.
Ma provate a muovervi in due in quello spazio limitato. Provate a togliere gli avanzi da tavola, mentre qualcun altro sta lavando i piatti, a sistemare le stoviglie pulite mentre altri puliscono l’insalata,per esempio, e vi accorgerete dell’impossibilità intrinseca di questi gesti svolti in contemporanea. Codeste azioni devono seguire un ordine sequenziale, signori miei.
La sistemazione dei vari blocchi che compongono il tinello è omologata per una sola persona, la struttura non permette collaborazioni di sorta.
Si muove così la donna sola -o chi ne fa le veci -in quell’ambiente, nel perenne atto di avvantaggiarsi.
cvd

punti esclamativi°6

#ospite abituale dei miei occhi è oramai la tristezza, ma non trovo un collirio che allevi il rossore.

#arriverà il giorno in cui non mi sveglierò già spossata

difetti

Il tallone è di Achille,
i capelli sono di Ercole,
il dolore è sordo,
la fortuna è cieca,
ma usa le mani
per trovarli,
e bacia i belli.
il raggio Co , protagonista dei miei giorni,
è stato seppellito,
ma non riposa in pace
“Non vedo l’ora!”,
e intanto il tempo passa anche se non lo guardi,
ah! Domani,ma che bella invenzione!
è di oggi che non so cosa farmene,
continuo a dormire e vegliare sui miei sogni,
ma nelle mie favole
il dente Delu, batte ed infiamma le genGive.
se qualcuno, per cortesia, potesse darmi una ragione,
Give me one reason.




Non voglio nessuno che mi faccia pressione
che possa rubarmi la vita
Non voglio nessuno che mi faccia pressione
che possa rubarmi la vita
voglio solo qualcuno che mi tenga
e mi faccia ballare nella notte