venerdì 24 luglio 2009

I pagliacci

Io sono un clown e faccio collezione d'attimi
Heinrich Böll,Opinioni di un clown



Questa è la prima notte che dormo in garage. Quasi mi trovo stupita nel non definirlo come minimo grottesco, ma di trovarmi invece affascinata dall’ atmosfera dolcemente romantica, in tutta la sua romanzesca semplicità.
Scrivo alla luce di una vecchia abajour ,appoggiata quasi per i suoi trequarti sul bauletto per la legna mai finito da mio padre.
Tra pacchi e vecchie cianfrusaglie ho trovato giusto il posto per stendere un lenzuolo ed appoggiarci sopra un materassino da campeggio.
Appena più in là una sedia di plastica bianca, di quelle che tutti noi abbiamo avuto,per stendere un cambio e gettarci i vestiti appena tolti. Su di un tappeto da bagno che poteva essere rosa, prima di scolorire drammaticamente, impera un libro, un quaderno e penna,cellulare, acqua e poc’altro di essenziale. Guardo da fuori e da dentro questa foto color seppia e tutto mi pare linearmente perfetto.
Qui ed ora, in questo istante, sono rinchiuse con me le persone che mi mancano, tutte le mie malinconie, cullate in una storia cha avrei voluto raccontare.
Trattengo i fantasmi al mio fianco per poter essere vista, per poter essere voluta con questo lieve sorriso sul volto, proprio come piaccio a me. Chiudo gli occhi e per un attimo quasi posso essere certa che le cose non siano andate realmente così,ma come avrebbero dovuto andare.
Perché prima o poi sarò al posto giusto al momento giusto e si badi bene che lo dico ora, che mi trovo parcheggiata qualche metro sotto terra, ad immaginare di essere pensata e cercata nella mia assenza, mentre nella mia testa non smette di suonare “Riderà,riderà riderà, tu falla ridere perché,riderà riderà riderà , ha pianto troppo insieme a me”. Ridete,ve ne prego, perché mi rendo conto che altrimenti ci sarebbe realmente da piangere a trovare tutto questo un perfetto passo verso la meta.

mercoledì 15 luglio 2009

post it

Ci sono momenti, capitano più o meno due volte l’anno, in cui mi manca quella che non sono. Per un po’ mi abbandono alla leggerezza che possono darti gli altri e mi stupisco della facilità con cui si attirano consensi,come se non fossi realmente stata rinchiusa nel tuo mondo , tra le tue cose, nella tua pace,lontana dal sociale,lontana.
Durano poco. Questa volta mi ero data una settimana, ma già sento arrivare la stanchezza di un modo di vivere che non mi appartiene. Posso sfiorarlo, per i primi tempi libera i pensieri, ma poi mi svuota. Li vivo come se fossero promemoria,mi aiutano a ricordare perché sono quella che sono, ho fatto le scelte che ho fatto. Mi sento orgogliosa di ogni attimo del mio percorso, anche se non sembro ancora arrivare dove vorrei essere.