venerdì 30 gennaio 2009

mi chiedo e mi domando

Del cielo azzurro che appoggiato sul tempo diventa pioggia, quando potrò parlartene?
Di quel giorno che sono rimasta chiusa tra le porte dell’autobus e del signore che cercava di tirarmi dentro disperatamente, non vuoi ridere con me?
Ti andrebbe di sedere qui, sul divano assieme,e per una volta non cercar di capire, ma semplicemente stare?
Ti piacerebbe guardarmi negli occhi vedendo solo occhi,godere della semplicità di un attimo senza domandarsi cosa ne sarà domani?
Potrai mai farmi una domanda senza conoscere già la risposta,dire senza aspettarti prove,parlarmi solo perché hai voglia di farlo e non per ottenere la mia devozione?
Dove hai nascosto la leggerezza che ci apparteneva, la voglia semplice di rincorrerci ,quello che siamo stati?

Punti esclamativi °15

Tu che mi raccomandi di non dare mai niente per scontato,
ed io che vorrei rassicurarti
che non mi scordo di aver pagato sempre a prezzo intero,
tutto quel che ho desiderato

venerdì 16 gennaio 2009

del parlare, pour parler

Dallo spazio atemporale dei ricordi si destano ogni tanto due facce senza volto a ripercorrere in loop un piccolo strappo dell’aorta.
La distanza di due esseri vicini, quasi per caso a trascorrere una domenica nella stessa stanza. Lui viaggia perso e per quanto mi sforzi non riesco ad incontrare il suo sguardo. Vedendomi offesa dice:”E’ così che sono quando sono da solo”. Ne discutiamo molto, a tratti sembra un nuovo massacrante litigio,ma non riesco a pronunciare le uniche parole sensate, il punto da cui si dipana il mio dolore:”Ma non sei solo adesso,ci sono io qui “. Quando riparliamo di quel giorno,tempo dopo, lui lo descrive come molto noioso. E si ripete lo straccio della mia pompa vitale. Questo frammento lontano, di una vita non mia ,ritorna a farmi visita in quei giorni in cui mi desto consapevole che è troppo che mi muovo autistica, lontana da un mondo fatto anche di persone, magari dopo aver fissato a lungo un punto nel muro, persa nei miei pensieri. Improvvisamente mi chiedo che idea si farebbe qualcuno che mi stesse guardando. Dopo il livido ricordo di quel giorno, vado a caccia nel mio mondo interno, in cerca di un briciolo di noia, che non trovo, che non vedo. Ma basta immaginarmi due occhi a guardarmi, occhi estranei a fissarmi ed ecco che compare dalla bocca dello stomaco un fastidio portavoce di tedio, come se questo esistesse e prendesse forma nello spazio interpersonale tra me e l’altro, fosse fardello di una dinamica a due in cui io mi trovo serva di quegli sguardi, come se perdessi l’autonomia che mi è propria al servizio di uno standard a cui non appartengo, di un confronto che non posso reggere, di un affronto invasivo che non voglio tollerare, di un conflitto tra distanze incolmabili che è difficile vedere.
Dove allora condividere assume un significato più profondo , più inerente al suo passato latino, coniugabile nei tempi della felicità, alienato alle esperienze comuni e assumendo un connotato mistico si eleva sul singolo giorno ,diventa un obiettivo , una meta ,uno stato auspicabile, preferenzialmente da aspettare in solitudine, a braccia aperte e gambe chiuse.

Punti esclamativi °14

Nasco come Geisha del dolore, cresco come devota ancella del rancore

sabato 3 gennaio 2009

Punti esclamativi °13

#Anche il mio romanticismo da discarica riesce ad inumidirmi gli occhi

#Guardo questi tre giorni come se mi avessero allontanata di un anno da quella che sono stata

#Non mi ero accorta che nella perdita avevo vinto

#Esco dalle nebbie delle vecchie pianure e torno a scalare montagne

Mi guardo e un po' favello (grazie perchè)

Sono grata di questa atmosfera giallastra, da favola antica ,che inonda la stanza e la rende mia, degli anni che ho e di come li ho passati; degli incredibili ritorni,delle scioglievoli parole d’amicizia. Ringrazio per non essermi piegata a quello che mi vogliono far essere, ai compromessi, alle viscide lusinghe,alle innumerevoli immagini che le persone si costruiscono di me.
Sono grata per le amiche che mi riconoscono nei cambiamenti ,per gli amanti che sono fuggiti ,per gli amori che mi hanno fatta impazzire, al cuore di mamma, agli occhi di babbo, alle incertezze della sorellina.
Sono grata per l’attimo appena trascorso, per questo e pure per quello successivo, per quello che non ho e posso ancora raggiungere, per l’instabilità dei miei programmi, per avere ancora sogni, per saper ridere del buio e per saper attendere che torni il giorno. Ringrazio l’Enel per la luce e l’Hera per l’acqua calda, i saldi per i vestiti, i soldi per l’istruzione, i sindacati per la lotta, I Ching per le immagini.