giovedì 7 agosto 2008

un po' come Moccia

Ad occhi ancora sbarrati alle prime luci dell'alba, mentre districavo pensieri ed inventavo favole, mi è tornato in mente.
Mi sembra quasi impossibile che sia rimasto fuori dal mio campo di coscienza per così tanto tempo. Ancora di più, però, che un ragazzo visto solo per qualche giorno in tutta una vita, quasi quattro anni fa, sia capace di svegliare in me i vecchi progetti, le vecchie emozioni di quel dicembre a Roma e di non farmi dormire in questa notte lontana,oramai così dannatamente lontana.
Era fidanzato, ahimè, e purtroppo la brava ragazza che sonnecchia in me si è risvegliata a legarmi le mani, ad imbavagliarmi la lingua. Maledetta io sia.
Sul treno, tornando a casa, ero più risoluta che mai: un anno per laurearsi, poi mi sarei trasferita e finalmente avrei provato a conquistarlo.
Non è andata così.
Ricordo il freddo mentre attendavamo all’ingresso dell’ostello in via Di Vincenzo, appena alle spalle di stazione Termini. L’appuntamento era con il fantomatico amico della mia compagna di viaggi, colui che ci avrebbe fatto da cicerone nel nostro breve soggiorno. Ci riparavamo dal vento in un angolino, quando una testa quasi rasata si è affacciata all’ingresso e subito ritirata. Il mio cuore è improvvisamente impazzito, strana la sensazione di sentire la mia mente fuori controllo iniziare a ripetere come un rituale magico “fa che sia lui, fa che sia lui, fa che sia lui”. Nell’arco di pochi secondi è tornato sui suoi passi e si sono abbracciati. Grazie a Dio era lui che stavamo aspettando. Cappotto, zaino da trekking, scarpe da ginnastica. E chi se lo scorda, chi può dimenticarlo. Sono ancora marchiati nel circuito emozionale i suoi occhi che mi guardano e continuano a fissarmi ad ogni passo, i complimenti iniziati e poi lasciati cadere, come se non fosse lecito esprimerli, il rincorrerci di nascosto, all'insaputa degli altri, anche se in modo così chiaro ad entrambi. Come quella sera in discoteca che non riuscivamo a trovarci, tornavo al tavolo io e non c’era lui, arrivava ed io ero alla sua ricerca.
Il terrore di quel giorno che non si è fatto sentire, che poi si era bloccato il telefono in ricezione, la paura cieca di non poterlo più vedere, la lunga doccia con la faccia appoggiata al muro, le ginocchia che continuavano a tremare ed un unico pensiero fisso che era anche parola per non divenire pianto “chiama, chiama, chiama, chiama, chiama, chiama ”
E l’ultima notte, in macchina, dopo una lunga serata. Io che supplico di non terminare ancora il nostro pellegrinaggio. Lui che chiede “ sei stata bene allora?” e io che gli rispondo parlando della mia melanconia per questa partenza, guardando fuori dal finestrino come al solito e sentendo la sua tensione, senza nemmeno girarmi : “ allora anche tu…”, inizia”… non fa nulla…andiamo a fare colazione?”
Maledetta io sia per non aver tentato di sradicargli quel pensiero, mentre imprecavo tutta e speravo di trovare il modo di restare sola con lui, per riprendere il discorso od iniziarne un altro.
Due fusi immobili ed incantati, gli ultimi istanti prima di salutarci. L’uno di fronte all’altra, incapace a fare qualunque gesto, perché sarebbe stato un passo verso le sue spalle, ipnotizzati, scrutandoci senza vedere nulla, l’amico che dice “Ehi ragazzi, ci siamo anche noi!”
Ma chi se ne frega, ma chi vi vede ,lontani, lontani, lasciate che lo guardi, datemi ancora qualche minuto, magari riesco a dirgli più esplicitamente, magari se mi espongo di più, poi, mi serve solo un suo passo, una sua piccola mossa, perché non sia una mia decisione arbitraria, ma la necessaria conseguenza di un fatto. Voglio restare qui, in questo istante, trattienimi, mi basta un piccolissimo gesto, ti supplico, ti sto pregando.
E poi i soliti convenevoli, la sua schiena, il tempo che passa ed i fatti avversi della vita.
Non credo di averlo mai ammesso prima d’ora, timide allusioni a coprire le mie grandi certezze, teneri agganci a nascondere un enorme desiderio, ma che si voglia ammettere o meno l’esistenza dell’amore a prima vista, non ho l'ombra di un dubbio che questo lo sia stato.