giovedì 17 settembre 2009

fai la nanna coscine di pollo

(che se andavo a letto forse era meglio)




La solitudine è per me una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta. Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole.
(Carl Gustav Jung)


Con profonda e logica lucidità posso riconoscere questo come uno di quei momenti
in cui molte persone sfoglierebbero la rubrica del cellulare per scavare un numero ,
che in una sera qualunque, diciamo,solo per esempio ,questa,
si possa chiamare sperando di trovare ancora la porta aperta
[tutti noi additiamo a stronzo quello che ci ha travolto nello squallido gioco, scordandoci facilmente delle attenuanti che ci siamo dati quando tramutammo il vuoto in mancanza ]
ma,ecco, io ho cambiato operatore troppe volte e cancellato i contatti superflui
proprio per evitare di cadere in queste trappole apparentemente innocue,
che invece calamitano il susseguirsi di eventi nel precipitoso vortice di tristezze, malinconie e guai
in cui ci si caccia per riempire un attimo che pare eterno
e così sono ferma qui,esattamente qui ,
a guardare un punto nel vuoto
e vedere invece davanti agli occhi un improbabile uditore sintonizzato sulle mie frequenze
[sono una piccola emittente laica,faccio poco rumore e non sporco troppo]
sotto una copertina di pile a ricordarmi il secolo cui appartengo
ed una sigaretta apparentemente dimenticata tra i polpastrelli ossuti e vitrei
ad ingiallirmi il contorno unghie ,
consapevole che quando penso troppo gli occhi mi si ingrandiscono ad occupare più dei trequarti facciali
e la pelle già bianca assume una consistenza di trasparenza,
mi accartoccio su me stessa come un mucchietto di ossa,
le occhiaie cercano di nascondersi tra le orbite oculari, infossandosi,
[tanto che se un seguace TimBurtiano mi stesse guardando ora, dubito potrebbe resistere al mio fascino decadente]
e mi assale imponente il pensiero che mentre cerco di transumare l’irrequietezza in calma,
sto vivendo la definizione di una perfetta solitudine.