sabato 23 agosto 2008

tonsillite acuta

Da quando non posso più parlare, la mia creatività sta schizzando alle stelle. Ritorno alla carta, stampa, figure,colori, parole, inchiostro. Leggo, archivio e soprattutto ricopro scatole a tema. No, non c’è niente da ridere, se le poteste vedere non lo fareste,credetemi, piccoli gioielli. E non è un richiamo al vostro sguardo, per la prima volta da tanto mi chiedo seriamente quanto veramente me ne importi di impormi per essere vista, mi domando che valore può avere essere notata, se hai appena mandato segnali di fumo controvento.
L’ultima notte in cui ho proferito parola, ho pianto di fronte ad un uomo che non era niente per me, se non un momento.
Dice lui inconsapevole: “Fai di me quello che vuoi, ma non lasciarmi segni”.
Allora l’ho picchiato.
Non gli ho dato semplicemente un buffetto di richiamo, uno schiaffettino, uno schiaffetto.
Io , donna di 28 anni, ho alzato le mani, gliel’ho messe addosso violentemente con l’intento di ferire. Ho svincolato le dita mentre cercava di trattenermi i polsi incredulo , assestandogli una craniata del 7° grado scala Mercalli ed ho iniziato a lacrimare.
Con gli occhi gli ho afferrato gli occhi :
“Guarda bene,non ho unghie, vedi? Non era mio intento.
A forza di mettere le mani avanti, capita che anche il mio non chiedere nulla, risulta una pretesa troppo grossa, non ho chiesto niente, come, come può essere troppo?…”

Era un sussurro incespicante il mio, pieno di rabbia e violenza, che veniva incrementata dalla divergenza di intenti, perché il suo contatto era diventato un fastidio per me, mentre lui, allarmato, cercava di contenermi in un abbraccio.
Non capiva e voleva farlo, ma se ho continuato a parlare non è stato per la sua richiesta, piuttosto per cercare di ostruire i condotti ed il sacco lacrimale:
“ Sono così stufa di dover capire le situazioni. Io capisco, ma posso non volerle accettare? Posso aspettarmi che nonostante io arrivi alle ragioni prime di un comportamento, gli altri si accorgano che mi fa male? Capire a volte è un handicap troppo pesante, anche il fantino più leggero rimane allo start in questo modo* … sono così stanca, -c-o-s-ì -s- t-a-n-c-a- di non poter lasciare segni sul corpo e nelle vite altrui.”

Sospiro. Finalmente l’ho detto.
Qualcosa era cambiato in me e nella persona che ora voleva il mio sguardo, cercava il mio corpo. Per me era appena finita, lui aveva iniziato a pensare che sarebbe potuta continuare.
Allarmante vedere che io trovo sempre più ragioni per andarmene che per restare.
La nuova domanda allora diventa: inseguo chi scappa?

* postillo, per evitare che qualcuno interpretando male si offenda, presumendo poca sensibilità: handicap è parola mutuata dalle corse di cavalli. La sua etimologia risale ad un gioco, legato a scommesse, basato su estrarre qualcosa con le mani da un cappello( hands in cap)
per equipararlo agli altri, per competere in parità di condizioni. Questo perché
quel cavallo sarebbe avvantaggiato senza l'handicap.