lunedì 4 agosto 2008

L'errore di Cartesio

«I sentimenti sono necessari in quanto espressione a livello mentale delle emozioni e di ciò che sta alla base di esse. Solo al livello mentale dell'elaborazione biologica, e alla piena luce della coscienza, ha luogo un'integrazione sufficiente del presente, del passato e del futuro anticipato- [...] La soluzione efficace ai problemi non standard richiede infatti la flessibilità e l'elevato potere di raccolta di informazioni che possono essere offerti dai processi mentali».
[Antonio Damasio. cit., pagg. 216-7]

Ordunque è giunto il momento di rimettersi in moto.
Come non si può decidere quando le energie mancano ed è necessario fermarsi, così non dipende da me medesima riprendere il procedere, ma esigenza delle auree ripulite e dei chakra purificati.
Avvenne allora la rinascita ad agosto.
Tutto stagna immobile nelle indomabili caldane estive. Il mondo smette improvvisamente di produrre ed entra in menopausa indotta.
Diventa quindi priorità non dare in pasto alle ghiandole sudoripare la spinta a ricominciare, non scivolare nella bramosia iniziale del tutto e subito, non lasciarsi convincere dalla sedicente inattività forzata, ma cazzare la randa e prendere il largo anche se a tutt’oggi continua a spirare vento dal mare ed il fiocco non si gonfia.
Programma a lungo termine, serrato sulla lunga distanza,con il coinvolgimento del corpo tutto, perché i pensieri di rivalsa non si limitino a brevi chimere che perdono la vita in un preservativo , velare e palatale di profonda tristezza, cattolico rifiuto della procreazione .
Procedo alla enumerazione del piano d’azione:
1) Ripristinare un ritmo di sonno/veglia salubre e circadiano, dove luce e buio non siano accidentali, ma incitino la produzione di melatonina e con essa il riposo. Non è semplice dopo quasi un mese a vegliare l’alba, ad assaporare il silenzio, effetto del sonno altrui. Necessita allenamento e forza di volontà, notti ad occhi sbarrati e risvegli sui canotti di occhiaie,ma infine è certificato il successo.
2) Alimentazione corretta, completa e bilanciata,intervallata da non meno di due ore e non più di quattro. Solo così si evita il rallentamento del metabolismo e la conseguente stanchezza post pastum.
3) Imporsi un orario d’ufficio in cui sfogliare proposte di lavoro e proporre auto candidature, rinforzando i muscoli anali, allenando la faccia da culo.
4) Tenere sotto stretta sorveglianza, dirò meglio, agli arresti domiciliari, l’ingordigia che accompagna ogni mio nuovo inizio, centellinando il da farsi e gli svaghi. Esemplifico. Godere della mezz’ora quotidiana di lettura senza eccedere per l’insaziabile curiosità di leggere le ultime facciate, evitando anche di saltare la parte centrale del libro, l’intero romanzo, passando dall’incipit al "this is the end, my only friend".
5) Riprendere lentamente , ma in modo sistematico, i rapporti con l’esterno prossimale, distale, politico e sociale, imparando nuovamente ad utilizzare mezzi di comunicazione e di massa, quali telefono cellulare e televisione
6) Non irrigidirsi nel dovere, aver cura che ogni passo del suddetto progetto sia accompagnato da uno stato d’animo che gli corrisponde, fluibile e fruibile nella sua inevitabile mediocrità, gigolò del sentire. In tal senso è pressoché doveroso non bloccare od inibire gli imprevisti giornalieri , inserirli invece nella scaletta che sottostà alla corrispondente data in agenda, opponendosi al pensiero catastrofico dell’ormai la giornata è andata persa e riprendere semplicemente da dove si era interrotta l’attività primogenita.
Questo per ora è tutto, la corte si aggiorna. Esce dall’aula il giudice Santi Licheri.