mercoledì 21 ottobre 2009

Domino i pensieri



Il portone di casa mia si affaccia su un androne, una specie di cortiletto interno, che dovrebbe essere preposto al parcheggio per gli inquilini, ma che in realtà è luogo di ognuno, terra di molti.
Se ti alzi presto, prima che il nOtturbino abbia eliminato i segni del buio, trovi pisciate negli angoli o siringhe gettate a terra. Appena al di fuori dell’arcata si innalzano imponenti i cassonetti della differenziata.
Proprio sull’azzurra struttura per la plastica, stamane capeggiava una scritta in verde marcio: CHI TI PICCHIA NON TI AMA.
Reazioni a catena dei pensieri:
come sottofondo al flusso di idee parte la canzone di carmen consoli, un amore di plastica;
passo in rassegna i volti di tutte le donne che abitano nel palazzo per immaginarmi quella a cui è destinata la frase, partendo dall’ultimo piano fino allo strano interrato, dove luci e voci si accendono solo dopo la caduta nel sonno dei più;
leggo nella memoria a caratteri cubitali la legge 40 capo versus,”tollerare equivale a commettere”;
oggi piove e come al solito ho lasciato l’ombrello chissà dove;
gli autobus nella zona universitaria si riempiono in modo spropositato di avventori, nella zona a traffico limitato i pilastri di cemento si abbassano al TELEcomando dei residenti, mentre le porte del mezzo pubblico non si chiudono;
io ho messo una gonna troppo corta.