giovedì 20 agosto 2009

Lottatrice di sumo



Batto i piedi forte, per strada, e sento la terra sotto i piedi anche quando inizio a volare con i pensieri.
Alzo la mano ed insulto se una macchina mi suona, senza dare il tempo al mio cervello di prendere in considerazione l’ipotesi di conoscere la persona impegnata in un normale atto di saluto.
Rimango preoccupata dal mio lato masochista quando esplode e pretende di far definitivamente affondare le faccende in sospeso nel momento in cui iniziano a girare storto, che ruggisce contro le parole senza suono di chi prova a spiegare, messe a tacere per non rimanere ancora nel bilico dell’incertezza.
Non riesco a darmi una seconda occasione.
La speranza mi paralizza i pensieri, resto fissa come un baccalà ed aspetto, non posso fare altro .
Solo eliminandola posso continuare a procedere.
La sera, a volte,quando sono triste più triste e stesa nel letto c’è qualcosa dentro di me che fa troppo rumore, mi giro su di un fianco, mi rannicchio e chiamo il nome della persona che vorrei con me. Sussurro abbracciami, fino a sentire come un leggero tepore dove il suo corpo dovrebbe appoggiare al mio. Sento spuntarmi un sorriso ed un grazie appena una frazione di secondo prima di appisolarmi ed è un altro giorno.
Girovago senza meta tra le stanze della mia mente, trasloco abitudini e città , mi vedo diversa e così ci divento, cambio sogni,progetti ed in tutto questo mutare alzo gli occhi a quelli degli altri perché vi possano leggere il mio desiderio di essere braccata ,diventare finalmente quel che in potenza sono sempre stata.
Senza compromessi o finzioni lasciare defluire il sangue ai piedi,al suolo , riconoscere nel contatto la fine del circuito, la sosta dopo il viaggio, l’armistizio che segue la guerra, la casa.
Sono una lottatrice di sumo, combatterò senza sosta per raggiungere la meta ambita, lo farò finchè sarà necessario . Solo allora deporrò il perizoma bianco per un più comodo paio di sloggi in cotone.