mio fratello e' figlio unico sfruttato
represso calpestato odiato e ti amo Mariù
mio fratello e' figlio unico deriso
frustrato picchiato derubato e ti amo Mariù
mio fratello e' figlio unico dimagrito
declassato sottomesso disgregato e ti amo Mariù
mio fratello e' figlio unico frustato
frustrato derubato sottomesso e ti amo Mariù
mio fratello e' figlio unico deriso
declassato frustrato dimagrito e ti amo Mariù
mio fratello e' figlio unico malpagato
derubato deriso disgregato e ti amo Mariù
Nel mio ricordo la più bella estate. Uniti dall’essere tutti sul fondo,con la leggerezza propria della gioventù- Lavoravamo le nostre dodici ore e poi passavamo le notti assieme, domandandoci semplicemente :ma io quando dormo?
E poi gli incontri autunnali, invernali e la separazione primaverile. Ci siamo trovati ad un incrocio e poi ognuno è tornato sulla propria strada.
Uno di loro l’ho amato, una invidiata e combattuta, con l’altro sono diventata fedelmente amica. Un microcosmo di ruoli, tra noi lavoratori di fatica, entusiasti del mondo e aperti a viverlo. Ho adorato ognuno di loro.
E’ stato proprio l’anarchico dalle ossa rotte, dai tatuaggi e pentimenti,il coltivatore illegale, l’idealista progressista,il timido ribelle, il mio amico, a chiamarmi ieri.
E’ proprio lui, a dispetto delle aspettative del caso, ad essersi sposato, a cercare di adottare un bambino, ad insegnare jazz alle scuole medie,a continuare le sue tournee da povero sognatore ,a mettermi al corrente.
Che poi è strano,dieci anni dopo, che differenza può fare. Eppure un brivido mi scorre lungo la schiena da ieri, da ieri cerco una foto per ricordare.
Davide stava cercando nostre notizie su internet, voleva condividere con noi le sue belle svolte, perché non tutti i sentimenti muoiono nel distacco , ed ha saputo.
Oggi il mio pensiero Elena è per te, anche se mi diresti che non ti serve, tu hai sempre fatto tutto da sola,ogni cosa alla grande. Mi ricordo le unghie naturalmente bianche, gli occhi verdi,la carnagione scura. Il suono della tua voce, con quel timbro profondo di chi ha vissuto già troppo.L’ultima mail che ti ho mandato,con quel fondo acido di chi vorrebbe , ma non può, la tua risposta. Elena, lo so che è tardi, che i pensieri pesanti frenano l’incedere, tu che ferma non ci sei stata mai,in viaggio con la tua valigia rosa ed un dizionario di cinese. Oggi ti penso non perché possa servire a te, ma per assecondare il mio bisogno di sapere che per un’estate sei stata nella mia vita e che ancora ricordo, nel velo di stanchezza, i giorni belli dello stare assieme.
Travolta da un’auto mentre va in spiaggia
L’incidente a Pellestrina vicino a Venezia dove la giovane donna era in visita a un’amica
Era tornata per le ferie in Italia dopo essersi stabilita in Cina dove lavorava da più tre anni. Ha trovato la morte a Venezia all’isola di Pellestrina: un’auto l’ha travolta mentre si stava recando nella vicina spiaggia.
La veronese Elena G, 31 anni, ha perso la vita ieri poco prima delle 14 vicino alla città lagunare dove si era recata in visita ad una sua compagna di università. Sul luogo della tragedia, si sono recati i vigili urbani e i carabinieri mentre dal vicino scalo è decollato l’elicottero dei sanitari del Suem. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, per Elena, purtroppo, non c’era più nulla da fare. Sulla strada, oltre al corpo senza vita della giovane, erano sparsi un po’ ovunque la sua borsa, una bottiglia d’acqua e altri effetti personali. Il traffico è rimasto bloccato per un’ora e mezza fino a quando il magistrato non ha dato il via libera alla rimozione della salma. Il padre Riccardo, geometra, è stato avvertito nella sua abitazione in vicolo Croce Verde a Verona ieri a un’ora dall’incidente ed è partito con il fratello Luciano alla volta di Venezia. Secondo i primi riscontri, ieri pomeriggio, Elena era appena scesa dall’autobus ed era diretta alla spiaggia vicina. La giovane, laureata in lingue orientali a Venezia, ha attraversato la strada sfruttando il piccolo spazio lasciato tra la sua corriera e un’altra che era appena arrivata alla stessa fermata di Carrizada Belvedere.
Proprio in quel momento, stava arrivando una Fiat punto con a bordo una coppia di veneziani. L’investimento, purtroppo, è stato inevitabile: Elena è finita sul parabrezza dell’auto prima di fare un volo di una trentina di metri, perdendo la vita a causa del tremendo impatto con l’asfalto. Alla scena, hanno assistito tra l’altro i viaggiatori saliti sul bus o in attesa della corriera. Sono stati soccorsi anche l’automobilista e la sua compagna che, dopo l’incidente, sono rimasti sotto choc. Elena G, oltre al padre, lascia due fratelli Filippo, residente in Inghilterra ed Enrico che vive con il papà nel vicolo vicino all’anagrafe di Verona. La giovane aveva perso la madre per un male incurabile 3 anni fa ed era partita per la Cina, coronando così i suoi studi universitari. Era tornata a Verona da pochi giorni e si era recata a Venezia per andare a visitare un’amica e a trascorrere qualche ora di relax. «E pensare» è il commento della zia della vittima, «che per tutta la sua vita non ha fatto altro che girare il mondo senza che le succedesse niente. È tornata in Italia e guarda cosa le è capitato..». Per la data dei funerali, bisogna attendere il nullaosta alle esequie della procura. (larena.it)
06 Settembre 2008